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mercoledì 17 dicembre 2014

Turismo Naturalistico

I viaggi alla scoperta della natura, alla sua osservazione ed al suo apprezzamento rientrano tra le pratiche proprie del "Turismo naturalistico" e dell' "Ecoturismo", intesi quali tipologie turistiche sempre più di moda e vissute sempre più responsabilmente. Visite alle Aree Protette, animal watching, escursioni in bici, studio dei tessuti socio-economici locali, educazione ambientale, pratiche sportive eco-sostenibili, sono solo alcune delle attività promosse da questo nuovo modo di fare turismo. La nostra è una regione con un patrimonio naturalistico vastissimo e variegato, composto da ben 3 Parchi Nazionali, 16 Riserve Naturali Statali, 1 Parco Regionale, 2 Riserve Naturali Regionali, 1 Area Marina Protetta, 1 Zona Umida e quasi 200 tra Siti d'Interesse Comunitario (SIC) e Zone a Protezione Speciale (ZPS). Tra i luoghi della natura assolutamente da non perdere e da godere in contemplazione e a pieni polmoni (in ordine geografico, da nord a sud):

1 IL PIANO DI CAMPOTENESE
Morano Calabro (CS)
Coordinate Gps: 39°52'37" N - 16°3'44" E
Flora:
Fauna: cervo, lupo appenninico, falco, aquila
Attività praticabili: escursionismo
Stagione consigliata: tutte le stagioni
La frazione di Campotenese, è situata a 1015 metri sul livello del mare e ad una distanza di 12 km dal nucleo abitativo del comune di Morano Calabro.
Durante il XIX° secolo vi fu eretto un forte (ora distrutto) da parte dell'esercito napoletano, nei pressi del quale avvenne nel 1806 la battaglia di Campotenese fra il generale borbonico Damas ed il generale napoleonico Reynier, che vide vittorioso quest'ultimo. In questo incontaminato pianoro si trovano alcune aziende agricole dedite alla produzione di latticini e carni ed un consorzio per la produzione di funghi. Rappresenta la porta naturale per il Parco nazionale del Pollino, grazie allo svincolo della Autostrada A2.

2 LA VALLE DEL FIUME LAO
Laino Borgo (CS), Laino Castello (CS), Papasidero (CS), Orsomarso (CS)
Coordinate Gps: 39°52'21" N - 15°54'31" E
Flora: ontani, salici, pioppi, tamerici, oleandri
Fauna: aquila reale, gufo reale, falco pellegrino, bombina variegata, salamandrina terdigitata
Attività praticabili: rafting, hiking, trekking
Stagione consigliata: primavera/estate
La Valle del Fiume Lao è una tra le più belle ed interessanti aree naturalistiche della Calabria. Il Lao, fiume che l'attraversa, tocca caratteristici borghi montani storicamente importanti, quali Laino Borgo, Laino Castello, Papasidero e Orsomarso. A protezione della Valle è stata creata la Riserva Naturale Orientata Valle del Lao. Nella spettacolare profonda vallata, in un ambiente rupestre ricco di grotte sono avvenuti importanti ritrovamenti preistorici. A riguardo, famosa è la Grotta del Romito, situata nel territorio comunale di Papasidero, nella quale sono state rinvenute celebri incisioni rupestri di ambito stilistico caratteristico della provincia mediterranea. Nella Riserva Naturale della Valle del Lao, come sul fiume Argentino, è possibile praticare più discipline sportive, compreso il rafting.

3 L'ISOLA DI DINO
Praia a Mare (CS)
Coordinate Gps: 39°52'25" N - 15°46'43" E
Flora: mirto, leccio, palma nana, talittro calabro, garofano delle rupi, primula di Palinuro, poseidonia gorgonie
Fauna: gabbiani, piccoli roditori, castagnole, murene, ricciole, cernie, polpi, cavalluccio marino
Attività praticabili: immersioni, trekking
Stagione consigliata: primavera/estate
Nel Golfo di Policastro, sulla costa tirrenica cosentina, si erge l'isola maggiore della regione, l'isola di Dino, teatro di battaglie, assalti ed incursioni, il cui nome richiama la storia di un antico insediamento della Magna Grecia. Poco meno di 50 ettari di lecci, mirto e rocce calcaree, con un perimetro di 4 km e con pareti scoscese che terminano in una serie di grotte. Il nome forse deriva dal fatto che sull'isola sorgeva un tempio (aedina) dedicato a Venere, oppure, ipotesi più accreditata, è quella che farebbe derivare il nome dall'etimo greco dina, ovvero vortice, tempesta. Infatti erano un tempo pericolose per i naviganti, in giornate di mare mosso, le acque prossime alla punta sud dell'Isola, detta Frontone. Grazie ad un programma di "passeggiate orientate", realizzato per la prima volta dalla Pro Loco locale e poi gestito dall'attuale proprietà, oltre alla classica circumnavigazione con la visita delle principali grotte (la Grotta Azzurra e la Grotta del Leone), è possibile effettuare il percorso terrestre dell'isola, attraverso gli orientatori che vi guideranno alla scoperta dei patrimoni ambientali floristici e faunistici presenti e ad osservare la torre di origine Normanna posta all'estrema punta ad ovest dell'isola, insieme alla stele dedicata alla Madonna della Grotta posta sul punto più alto ad est dell'isola, da cui si ammira il panorama.

4 LE GOLE DEL RAGANELLO
Civita (CS)
Coordinate Gps: 39°49'41" N - 16°19'6" E
Flora: faggio, abete bianco, rosa canina, ginestra di spagna, biancospino, melo e pero selvatico, oleandro, agave
Fauna: volpe, faina, donnola, tasso, aquila reale, falco pellegrino, gheppio, corvo imperiale, ululone dal ventre giallo, raganella comune
Attività praticabili: canyoning, trekking, climbing, torrentismo
Stagione consigliata: primavera/estate
Queste straordinarie gole, con pareti di roccia alte fino a 700 metri, vasche e cascate, sono scavate dal torrente Raganello, le cui acque nascono ai piedi della Serra delle Ciavole, sul versante calabrese del Parco Nazionale del Pollino. Dal 1987 risultano nell'elenco delle Aree Naturali Protette della Calabria con una superficie di 1.600 ettari distribuiti tra i territori comunali di Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria. Migliaia sono i temerari che, ogni estate, si danno appuntamento per un’escursione lungo il corso del Raganello verso le viscere della terra. Le gole, anche se poco accessibili, sono state sempre frequentate dagli uomini anche quelli poco onesti (banditi e briganti) che, soprattutto nel secolo scorso, ne hanno fatto la loro dimora prediletta. Anche se non siete arrampicatori od alpinisti esperti prendetevi una giornata intera per percorrere il primo tratto di questo suggestivo "canyon" tra le cascate di acqua fresca (anzi, freschissima) e gli oleandri in fiore ma sempre attrezzati e accompagnati dalle guide esperte. Se, invece, siete allenati le guide locali vi forniranno l'attrezzatura necessaria e vi condurranno là dove neppure i raggi del sole sono mai arrivati.

5 LE GROTTE DI SANT'ANGELO
Cassano allo Ionio (CS)
Tel: +39 0981 78 02 80
Fauna: pipistrello
Attività praticabili: trekking
Periodi di apertura: tutto l'anno (festivi su prenotazione)
Orari: 9.00-13.00 / 15.00-19.00 (estivo); 9.00-13.00 (invernale)
Stagione consigliata: tutte le stagioni
A due passi dal centro storico di Cassano allo Ionio, piccola cittadina situata sul versante jonico cosentino, si trovano le Grotte di Sant'Angelo, imponente complesso di estese cavità carsiche che offre uno spettacolo mozzafiato di colori e forme. Oltre allo spettacolo dei monumenti naturali, creati goccia dopo goccia in milioni di anni, di stalattiti e stalagmiti, vaschette e colate, le Grotte risultano di particolare interesse storico e scientifico; furono, infatti, abitate per un lungo periodo dall'uomo preistorico che lasciò come segno tangibile della sua permanenza la più antica forma di scrittura documentata dagli esperti come unica e particolare della Preistoria italiana. Divennero sede di comunità agricole del Neolitico Medio (V° e IV° millennio a.C.) e, in epoca successiva, furono frequentate da popolazioni dell'Età dei Metalli (III°-II° millennio a.C.).

6 LE RISERVE NATURALI "LAGO DI TARSIA" E "FOCE  DEL CRATI"
Tarsia (CS), Cassano allo Ionio (CS)
Coordinate Gps: 39°36'43" N - 16°17'1" E (Lago di Tarsia) / 39°43'24" N - 16°31'38" E (Foce Crati)
Tel: +39 0981 95 21 85
Sito web: www.riservetarsiacrati.it
Flora: leccio, olmo, tamerice, corbezzolo, canne, pioppo, salice
Fauna: carpa, tinca, carassio, cavedano, barbo, pesce gatto, anguilla, tartaruga palustre, rana verde, raganella, tritone, biscia, biacco, cervone, vipera comune, porciglione, tarabusino, svasso, tuffetto, pendolino, martin pescatore, usignolo di fiume, poiana, gheppio, civetta, balestruccio, cicogna, spatola, mignattaio, germano reale, fischione, gambecchio, fratino, sterna maggiore, fringuello, istrice, ghiro, donnola, crocidura
Attività praticabili: birdwatching, trekking
Stagione consigliata: tutte le stagioni
Dai tempi delle conquiste coloniali greche ad oggi l'intera valle del fiume Crati ha subito notevoli trasformazioni. Originariamente tutta la valle era un'area pianeggiante, con paludi ed acquitrini sparsi un po' dovunque, creati dal fiume Crati, dai suoi affluenti e dalle risorgive. I Greci trasformarono le pianure, eliminando gran parte delle paludi, in campi per la coltivazione di grano e l'allevamento di bestiame (ovini). Il Crati serviva anche come via di trasporto, prima per i Greci, poi per i Romani, che svilupparono soprattutto le attività agricole (cereali) ed i pascoli. Nei secoli più avanti le dominazioni longobarde, bizantine ed arabe (IX° secolo), impoverirono l'economia locale, costringendo molti abitanti a lasciare quelle terre e a trasferirsi in posti più in collina. Dal XV° secolo si ha un progressivo e graduale miglioramento delle condizioni di vita nell'intera valle del Crati. Si sviluppano i piccoli centri esistenti, anche favoriti da una diversa e rafforzata attività agricola, permeata sulla diversificazione delle colture: agli uliveti e vigneti, presenti, si aggiungono cereali e coltivazioni di patate, pomodori e, nella zona di Corigliano, gli agrumi. Nel 1926 si registrarono i primi interventi pubblici di bonifica di tutta la valle del Crati. Nel 1959 iniziarono i lavori di costruzione della diga realizzata alle Strette di Tarsia, lungo il corso del fiume Crati, utile per l'irrigazione dell'intera pianura della sibaritide. Il bacino e la valle del fiume Crati, che si estende per circa 2.400 kmq, ricadono interamente nella provincia di Cosenza. La valle del Crati è attraversata dal fiume omonimo, il più lungo della Calabria (81 km), che ha origine in Sila (monte Timpone Bruno, 1.742 mt. slm) e sfocia sulla costa ionica, nei pressi di Sibari. Nel primissimo tratto del suo percorso, il Crati scende a valle, verso la città di Cosenza, compiendo un dislivello di quasi 1.500 m (per un tratto non superiore a 10 km), poi scorre per tutta la valle del Crati, fino alla foce, restringendosi solo presso Tarsia. La portata media annua del fiume è di 26,19 mc/sec. Il clima della valle del Crati è di tipo mediterraneo, con inverni miti ed estati calde (temperature medie comprese tra i 15° ed i 18°).

7 LE PIETRE DELL'INCAVALLICATA
Campana (CS)
Tel: +39
Flora:
Fauna:
Attività praticabili: trekking
Stagione consigliata: primavera/estate
Nel cuore della Sila Grande, due grandi monoliti sovrastano il paesaggio circostante: si tratta dei Giganti dell’Incavallicata. Un mistero storico e archeologico avvolge queste due enormi pietre preistoriche. Diverse sono le teorie che tentano di dare un’origine a queste meravigliose rocce, che si trovano a pochi metri dalla strada principale di Campana, e che sembrano riportare a un passato lontanissimo, quando gli elefanti abitavano la terra di Calabria. Secondo il parere di alcuni studiosi, i due monoliti hanno assunto le particolari forme grazie all’erosione del vento e delle intemperie, realizzando delle vere e proprie sculture naturali. Altre teorie sostengono che i due giganti, rappresentanti un Ciclope e un Elefante, siano stati scolpiti dalla mano dell’uomo nel periodo in cui Pirro e Annibale colonizzarono l’Italia come tributo a quelle epoche storiche. Un luogo particolare e insolito, da visitare per vivere un’esperienza fuori dal comune, infatti in tutta Europa non esistono altre due sculture simili sia per genere sia per grandezza.

8 SERRA DOLCEDORME
Castrovillari (CS), Cerchiara di Calabria (CS)
Flora: pino loricato
Fauna: aquila reale, falco, lupo appenninico, cervo, gufo, cinghiale
Attività praticabili: trekking, climbing
Stagione consigliata: tutte le stagioni
Serra Dolcedorme, con i suoi 2.267 metri, costituisce la cima più elevata del massiccio del Pollino, oltre che dell'arco appenninico meridionale. Il confine tra Basilicata e Calabria, seguendo la cresta della Sella Dolcedorme (1.970 m) - che divide l'omonima serra dalla vetta del Pollino - prosegue sull'anticima del versante nord-occidentale (2.247 m), per poi discendere sulla cresta nord della montagna. La vetta vera e propria è spostata subito più a sud, in territorio calabrese sulla linea di confine tra i comuni di Castrovillari e Cerchiara di Calabria. Molto ripido il versante meridionale, che si getta nella Piana di Sibari, caratterizzato da una grandiosa parete, la più imponente dell'Italia meridionale. Il versante lucano, segnato dall'ampia curva arcuata che dai 2.247 metri dell'anticima nord-occidentale digrada bruscamente verso i 1.872 metri del Passo delle Ciavole, racchiude la conca della Fossa del Lupo, uno dei circhi glaciali più imponenti del massiccio, alla cui base si stende il vasto e luminoso altopiano denominato Piano di Pollino. Quest'ultimo, con la più alta Piana del Pollino e col più basso Piano di Toscano, va a costituire i più noti piani di Pollino.

9 I GIGANTI DELLA SILA
Loc. Fallistro - Spezzano della Sila (CS)
Coordinate Gps: 39°19'28" N - 16°28'5" E
Tel: +39 327 17 66 233
Sito web: www.igigantidellasila.it
Flora: pini larici, meli selvatici, faggi, castagni, pioppi tremuli, aceri montani
Fauna: scoiattolo nero calabrese, volpe appenninica, poiana, gheppio, picchio rosso maggiore e mezzano, picchio nero, cinghiale
Attività praticabili: hiking, trekking
Periodi di apertura: da maggio ad ottobre (tutti i giorni); da novembre ad aprile (solo su appuntamento)
Orari: 9.00-19.00
Stagione consigliata: tutte le stagioni
Il gruppo dei pini giganti di Fallistro, della specie Pinus laricio Poitret, impostosi solo dopo gli anni '70 all'attenzione di studiosi e ambientalisti, costituisce un monumento naturale di estrema rarità in Europa, nonchè patrimonio storico-culturale di inestimabile valore e di elevato valore scientifico. In particolare, i patriarchi giganti di pino laricio rivestono rilevante importanza non solo per la loro dimensione (diametro di oltre 180 cm e alte fino a 43 metri), quanto per evocare affascinanti figurazioni della foresta primordiale, ignota e incontaminata e per rappresentare l'ultima tangibile testimonianza dell'antica e suggestiva silva brutia.

10 I LAGHI DELLA SILA
Aprigliano (CS), Spezzano della Sila (CS), Celico (CS), San Giovanni in Fiore (CS), Taverna (CZ), Cotronei (KR), Longobucco (CS)
Coordinate Gps: 39°22'15" N - 16°29'39" E (Cecita) / 39°13'42" N - 16°28'8" E (Arvo) / 39°12'0" N - 16°35'8" E (Ampollino) / 39°20'0" N - 16°32'35" E (Ariamacina) / 39°6'24" N - 16°30'36" E (Passante)
Flora: pini
Fauna: tinca, trota, alborella, persico reale
Attività praticabili: hiking, trekking
Stagione consigliata: primavera/estate/autunno
A partire dal 1920, in Sila, sono stati creati dei laghi artificiali che si sono perfettamente integrati nel contesto ambientale circostante. Nati per lo sfruttamento idroelettrico dei corsi d'acqua silani, questi invasi, hanno finito per acquisire una notevole valenza turistica. I laghi artificiali più importanti della Sila sono l'Ampollino, l'Arvo ed il Cecita. Il lago Ampollino, nato nel 1926, raccoglie le acque del fiume omonimo. E' circondato dai monti: Scorciavuoi, Gariglione, Zingomarro e Monte Nero. Si trova a 12 Km. da S. Giovanni in Fiore e 19 Km. da Cotronei. Sul lago sono nati i villaggi turistici Trepidò, Palumbosila, Belcastro e Lopez. La diga che forma il lago è alta circa 39 metri, si trova a 1.271 metri s.l.m. e può raccogliere circa 68 milioni di mc. d'acqua.  La diga del lago Arvo, costruita a 1.278 metri s.l.m. dopo quella del Lago Ampollino, è alta circa 35 metri e può raccogliere 84 milioni di mc. d'acqua. Il lago, alimentato dalle acque del fiume omonimo, si trova in Sila Grande in mezzo alle due montagne più alte dell'Altopiano: Monte Botte Donato e Monte Nero. Intorno al bacino sono sorti numerosi villaggi, il più importante dei quali è la località turistica di Lorica. Il Lago Cecita fu l'ultimo dei tre grandi laghi silani ad essere invasato. La sua diga, ultimata nel 1951, è alta 55 metri. Si trova a 1.143 metri s.l.m. e può contenere 121 milioni di mc. d'acqua. Il lago si trova in Sila Grande tra Camigliatello e Longobucco. Vicino al lago, in località Cupone, è sorto uno dei due centri visitatori del Parco Nazionale della Sila. Oltre ai laghi maggiori, in Sila, sono stati creati altri invasi minori. Sono il Lago di Ariamacina, ai piedi del Monte Volpintesta, vicino il Lago Cecita; il Lago Volturino, ai piedi del Monte Carrumango, vicino il Villaggio Silvana Mansio; il Lago Savuto vicino Bocca di Piazza e il Serbatoio del Passante vicino il Villaggio Mancuso.

11 IL PARCO MARINO "SCOGLI DI ISCA"
Amantea (CS)
Coordinate Gps: 39°8'51" N - 16°3'27" E
Flora: posidonia oceanica, margherite di mare
Fauna marina: occhiata, cernia, sarago, ricci, spirografi, donzelle pavonine, cefalotti dorati, aragoste, polpi, delfini
Attività praticabili: snorkeling, immersioni
Stagione consigliata: estate
Due scogli affioranti spuntano di fronte alla costa tirrenica tra Belmonte Calabro e Amantea. Gli Scogli d'Isca, ovvero quel che rimane di un antico promontorio, coprono una superficie di circa 6 ettari di mare, circondati da fondali, che arrivano a 23 metri di profondità, tappezzati di praterie di posidonia oceanica e popolati da saraghi, occhiate e cernie. Proprio per questo l'area è oggi un'oasi protetta Wwf, aperta alle visite nel periodo primaverile ed in quello estivo.

12 L'AREA MARINA PROTETTA DI ISOLA CAPO RIZZUTO
Loc. Le Castella - Isola Capo Rizzuto (KR)
Coordinate Gps: 38°58'15" N - 17°10'28" E
Tel: +39 0962 79 56 23
Sito web: www.riservamarinacaporizzuto.it
Flora: posidonia oceanica, pini marittimi, lentischi, timo, ginestra, ginepro
Fauna: poriferi, molluschi, soragli, cernie, triglie, donzelle, pesce pappagallo, barracuda, tonni, delfini
Attività praticabili: immersioni, snorkeling, pescaturismo, pesca sportiva, escursioni in battello
Stagione consigliata: tutte le stagioni
Mare cristallino, sabbia finissima color tiziano, scogliere scoscese e selvagge che si confondono con i colori cangianti del cielo: da questo paesaggio sembrano esalare i profumi di un tempo ed i ricordi della storia. Questo è ciò che l'Area Marina Protetta "Capo Rizzuto" offre al visitatore, un viaggio tra storia, leggenda, mito e archeologia, ma anche un percorso esclusivo attraverso un patrimonio naturalistico e biologico di notevole valore e preziosità. Istituita ufficialmente con D.M. del 27 dicembre 1991 e successivo D.M. del 19 febbraio 2002, ricopre una superficie di circa 14.721 ettari e si sviluppa su un territorio di ben 42 km di costa, coinvolgendo due comuni: Crotone ed Isola Capo Rizzuto. L'istituzione dell'area protetta consegue un duplice obiettivo: la preservazione di un tratto di costa unico dal punto di vista ambientale, contraddistinto per oltre 42 km da una lunga teoria di piccole insenature, e la tutela del vasto e ricco patrimonio archeologico, presente sui fondali marini. Sono soprattutto i fondali che rivelano le bellezze per le quali la riserva è un'oasi da proteggere e preservare. Essi sono caratterizzati da vaste praterie di Posidonia Oceanica, pianta marina, endemica del Mediterraneo, che ha un ruolo fondamentale nell'ecosistema. Il mondo sommerso dell'Area Marina Protetta è caratterizzato da ciliate e secche, che scavate dal mare e dalle correnti, creano labirinti di cunicoli e anfratti ed offrono un perfetto rifugio a molte specie di animali marini.

13 AREA NATURALISTICA VALLI CUPE
Sersale (CZ)
Coordinate Gps: 39°0'27" N - 16°43'40" E
Tel: +39 333 83 42 866  /  +39 334 91 74 699
Sito web: www.vallicupe.it
Flora:
Fauna:
Attività praticabili: balneazione fluviale, escursioni a cavallo, trekking, jeep tour
Stagione consigliata: primavera/estate
Situate ai piedi dell'altopiano silano, al centro di un contesto naturalistico, storico e culturale ricchissimo, le Valli Cupe possono essere considerate tra i più affascinanti e suggestivi siti naturalistici della Presila catanzarese e dell'intera Calabria. Con le incantevoli cascate immerse in luoghi incontaminati, i canyon che celano tesori di biodiversità inaspettati, le viste mozzafiato su gole e dirupi che scendono a strapiombo per centinaia di metri, i numerosi alberi monumentali e un patrimonio floristico e faunistico di altissimo valore, l'area delle Valli Cupe merita un posto di rilievo nel novero delle bellezze naturalistiche della penisola italiana.

14 L'OASI NATURALISTICA WWF DEL LAGO ANGITOLA
Maierato (VV), Monterosso Calabro (VV)
Coordinate Gps: 38°44'45" N - 16°13'58" E
Flora: pino d'aleppo, pioppi neri, cannucce tife, salice bianco, ontani neri, mazze sorde, eucalipti, querce da sughero
Fauna: carpe, carassi, tinche, falco pescatore, falco di palude, airone bianco maggiore, airone rosso, cormorano, garzetta, germano reale, anatre, martin pescatore, svasso maggiore, gabbiano corallino, mignattaio
Attività praticabili: birdwatching
Stagione consigliata: primavera/autunno
L’oasi naturalistica del lago dell’Angitola è una delle riserve più importanti del mediterraneo. Il lago fu creato artificialmente nel 1966 sul vecchio alveo del fiume Angitola, che nasce a Capistrano, dal Reschia, proveniente da S. Nicola e dal torrente Nia, che attraversa Maierato. Situato nel territorio di Maierato, lungo il corso del fiume Angitola, il lago si trova all’estremità meridionale della Piana di Sant’ Eufemia. Il territorio dell'oasi ricade, nei comuni di Francavilla Angitola, Maierato, Monterosso Calabro, Pizzo Calabro e Polia. Il lago si inserisce bene in quella che fu, probabilmente nel quaternario, una conca lacustre. È circondato da declivi ricoperti da uliveti, da macchia mediterranea e da una fascia di rimboschimento, con predominanza di Pino d’Aleppo, mentre: Pioppi neri, Cannucce Tife, Salice bianco, Ontani Neri, Mazze Sorde crescono sulla riva, dando vita a lembi di bosco idrofilo e piccole paludi. Crescono sulla riva anche Eucalipti e Querce da sughero. Questa magnifica oasi, per le sue particolari condizioni climatiche e l’abbondanza di cibo, attrae una grande quantità di uccelli di oltre cento specie diverse, tra cui spiccano : il Falco Pescatore, il Falco di Palude, l’Airone bianco maggiore, l’Airone Rosso, l’Airone cenerino, il Cormorano, la Garzetta, il Germano reale, il Gabbiano Corallino, il Mignattaio, la Spatola, lo Svasso Maggiore, che qui trovano il luogo ideale per una sosta e per la riproduzione. Abitano, ancora, quest’oasi: anatre, gallinelle, d’acqua, il Martin pescatore, la testuggine palustre e la nutrice dal collare. In autunno e primavera transitano grandi flussi migratori di uccelli e in inverno si riscontra la maggior concentrazione di uccelli svernanti.

15 LO SCOGLIO DELL'ULIVO
Palmi (RC)
Coordinate Gps: 38°22'52" N - 15°51'26" E
Flora: ulivo
Fauna: gabbiani
Attività praticabili: snorkeling, diving
Stagione consigliata: estate
Lo Scoglio dell'Ulivo rappresenta una sorta di monumento naturale che da sempre ha connotato la cittadina di Palmi. Situato esattamente nella frazione denominata Lido di Palmi, in un tratto di mare più belli della Costa Viola. È uno scoglio-isoletta che sorge a pochi metri dalla costa, ma non è legato ad essa, alla cui sommità è nata e cresciuta una pianta di olivo, da cui ne deriva appunto il nome. In dialetto locale è conosciuto con il nome di "Luvareddhra".

16 LE CASCATE GALASIA E MUNDU DEL BARVI
Molochio (RC)
Flora: tasso, faggi, corbezzoli, allori, lecci, felce preistorica (woodwardia radicans)
Fauna: merlo acquaiolo, volpe, gufo, barbagianni, poiana
Attività praticabili: climbing, hiking
Stagione consigliata: primavera/estate
Tali cascate, situate sul versante occidentale dell'Aspromonte, nel territorio di Molochio, in località Trepidò, nella provincia di Reggio Calabria, sono composte da un salto di una ventina di metri, hanno una portata d'acqua eccezionale a causa dell'origine cristallina delle rocce che impedisce le infiltrazioni del sottosuolo. Alla base delle cascate vi sono piccoli laghetti detti "gurnali". Il paesaggio che le circonda è caratterizzato da una ricca vegetazione composta da querce, lecci, faggi, grosse liane di vitalba e da rare varietà di felci tra le quali la felce gigante bulbifera (Woodwardia radicans) le cui origini risalgono alla preistoria. Si tratta di salti d’acqua di notevoli dimensioni situati lungo il corso dei valloni Mundo e Schiavo che formano il torrente Barvi, affluente sinistro del torrente Marro.
Tra le cascate del Vallone Schiavo, in totale tre, con altezze variabili tra 15 e 30 metri, la più suggestiva è alta circa una ventina di metri e viene chiamata Galasìa, il suo nome deriva dal vocabolo grecanico che significa “rovina, burrone”. Questa cascata, tra le più suggestive d’Aspromonte, ha la forma di un velo di sposa. Tra la gente locale è conosciuta anche con il nome di “crapa janca”. Più a valle si può ammirare la cascata Mundu (dalla gente del posto chiamata “u schioppu ru Munnu”), anche il suo nome derivante dal grecanico con il significato di “nudo, spoglio”. Il salto di circa 20 metri termina in una limpida pozza con un grosso masso al centro.  

17 LE GOLE DEL FERMANO
Galatro (RC)
Flora: olivo, noci, liane, capelvenere, macchia mediterranea
Fauna: pipistrello, rospo comune, tordo, fringuello, falco pecchiaiolo
Attività praticabili: canyoning, trekking, climbing, torrentismo
Stagione consigliata: primavera/estate
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18 LE GROTTE DI TREMUSA
Scilla (RC)
Flora: olivo, noci, liane, capelvenere, macchia mediterranea
Fauna: pipistrello, rospo comune, tordo, fringuello, falco pecchiaiolo
Attività praticabili: canyoning, climbing, hiking, trekking
Stagione consigliata: primavera/estate
Le Grotte di Tremusa, denominate anche della Lamia, si trovano al confine col comune di San Roberto, sulle alture di Melìa di Scilla, dal cui affaccio si gode il panorama che va, appunto, da Scilla al Lago di Ganzirri (Punta Faro di Messina e ingresso dello Stretto) e da questo alla baia di Bagnara sino al monte Sant’Elia e, a proseguire, Palmi, Gioia Tauro e Golfo di Policastro. Furono esplorate per la prima volta nel 1984 ed al loro interno vi sono stalattiti e stalagmiti molto grandi, saldate alla roccia. In prossimità delle grotte è stato scoperto un rilevante deposito conchiglifero e le stesse volte della grotta sono tempestate da conchiglie bianche. Gli anziani del posto ricordano che presso dette grotte si trovassero sedili e tavole di pietra con grandi statue, scomparse durante i saccheggi perpetrati in tempi passati e recenti. Queste Grotte divennero ricoveri e rifugio per gli eserciti romani in marcia nei mesi invernali.

19 LE CASCATE DELL'AMENDOLEA
Gamabrie (RC)
Flora: macchia mediterranea, felce preistorica
Fauna: volpe, trota, lepre, tordo, merlo acquaiolo, ghiro
Attività praticabili: trekking, canyoning, hiking
Stagione consigliata: primavera/estate
Le incantevoli cascate del Maesano, o cascate dell'Amendolea, con i suggestivi salti alti una quindicina di metri, sono situate presso Gambarie, nel cuore del Parco Nazionale dell'Aspromonte e risultano raggiungibili attraverso un piccolo sentiero caratterizzato da una fittissima vegetazione.

20 IL MONOLITE DI PIETRA CAPPA
Careri (RC)
Coordinate Gps: 38°10'42" N - 16°1'58" E
Flora: lentisco, ginestra, corbezzolo
Fauna: vipera, gufo comune, barbagianni, ghiro, cinghiale
Attività praticabili: hiking, trekking
Stagione consigliata: primavera/estate
Pietra Cappa o Kappa, sorge sul versante orientale del Parco Nazionale d’Aspromonte e con i suoi 140 metri di altezza e una superficie di circa 4 ettari di terreno, risulta essere il monolite più alto d’Europa. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Il nome “Cappa”, sembra derivare da “coppa o cono rovesciato”, in riferimento alla cavità interna di cui è dotato il monolite. Pietra Cappa, che appartiene alla Formazione di Stilo–Capo d’Orlando, da un punto di vista geologico è un enorme conglomerato poligenico. La sua forma e la sua caratteristica posizione isolata è data dall’azione erosiva di agenti esogeni, come ad esempio l’azione del vento e della rete idrografica. Molteplici sono le leggende e i racconti mitici legati a Pietra Cappa, rivestendo addirittura un ruolo fondamentale nel mistero connesso ai Cavalieri Templari.

21 LE CASCATE DEL MARMARICO
Bivongi (RC)
Coordinate Gps: 38°30'6" N - 16°23'51" E
Flora: macchia mediterranea, felce preistorica
Fauna: volpe, trota, lepre, tordo, merlo acquaiolo, ghiro
Attività praticabili: trekking, canyoning, hiking
Stagione consigliata: primavera/estate
La cascata più alta della Calabria e dell'Appennino Meridionale. La cascata del Marmàrico (/mar'mariko/, in dialetto calabrese “Cascata du Marmaricu”) è la cascata più alta della Calabria e dell'Appennino meridionale, alta 114 metri. Si trova nell'alto corso della fiumara Stilaro, al vallone Folea. Il luogo circostante ha l'omonimo nome della cascata, al di sotto di essa si trova un piccolo laghetto. Si trova nel territorio del comune di Bivongi (RC). "Marmarico" è una parola di origine dialettale e significa "lento" o "pesante", probabilmente dall'impressione che l'acqua, seppure in perenne caduta, sembri apparentemente formare dei filamenti immobili. La parola Folèa invece deriva dal greco φωλεὰ e significa nido. Dal 6 settembre 2011 è stata inserita tra le "meraviglie italiane" del progetto omonimo, nato in occasione del 150° dell'Unità d'Italia, di carattere turistico-culturale del Forum Nazionale dei Giovani.

22 LE ROCCHE DI PRASTARA'
Montebello Jonico (RC)
Coordinate Gps: 37°57'13" N - 15°45'31" E
Flora:
Fauna: pipistrello, gufo, civetta, fringuello, poiana
Attività praticabili: hiking, trekking
Stagione consigliata: primavera/estate
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23 LA ROCCA DEL DRAGO E LE CALDAIE DEL LATTE
Roghudi (RC)
Flora: castagno, leccio, numerosi arbusti
Fauna: coturnice, cornacchia, corvo, colombacci, poiane, coturnice, vipera, cinghiale
Attività praticabili: hiking, trekking
Stagione consigliata: primavera/estate
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