ROSSANO CALABRO (CS)
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari: 9.00-14.00 (lun, mer, ven); 9.00-16.00 (mar, gio, sab, dom)
Situata a pochi chilometri da Rossano Calabro e dedicata a Santa Maria della Nuova Odigitria, oggi conosciuta col nome di Santa Maria del Pathire o semplicemente Pathire (nome che deriva dal greco patèr, in segno di devozione al suo padre fondatore San Bartolomeo da Simeri), la chiesa del Pathirion è ciò che resta di un cenobio basiliano del XII° secolo; di architettura normanna, ha all`interno uno splendido pavimento arabo. Fu centro culturale di grande rilevanza in quanto sede di un vastissimo patrimonio librario e di un importante scriptorium. Di quel magnifico complesso è oggi possibile ammirarne le vestigia architettoniche ed artistiche. La chiesa del Pathire, una volta annessa al cenobio, ha una pianta basilicale con tre absidi rivolte a oriente, elemento che lascia pensare sia stato edificata sopra una precedente chiesa bizantina. L'interno è a tre navate divise da
colonne in arenaria senza capitelli. Nell'area del presbiterio si
possono notare quattro colonnine decorative con capitello corinzio,
probabili resti dell'antica colonia greca di Thurii. L'esterno della chiesa è caratterizzato dalle tre grandi absidi circolari in stile arabo-normanno decorate da archi in mattoni e pietre tagliate in cui trovano spazio dei medaglioni con disegni geometrici bicolori. La facciata principale della chiesa del Pathire, invece, è caratterizzata da un portale in pietra con arco ogivale e due rosoni, dei quali il piccolo posto più in alto potrebbe essere più antico.
Loc. Timparello
LUZZI (CS)
Tel: +39 0984 54 54 74
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
A circa 870 metri sul livello del mare sopra il villaggio di Luzzi, immersa nel verde della Sila, sorge l'Abbazia di Santa Maria della Sambucina. Questa Badia fu eretta nella metà del XII° secolo per volontà diretta di San Bernardo di Chiaravalle che inviò nella Valle del Crati i suoi discepoli per ricostruirla su una già esistente dei benedettini "Santa Maria Requisita Nucis", proprio all'interno del castrum Nucis, che contava intorno all'anno mille circa duemila abitanti e ben diciannove chiese, di cui cinque dedicate a San Nicola. La Sambucina all'interno del Regno delle due Sicilie ha rappresentato il fulcro da dove si estese tutto il monachesimo latino partendo dalla Valle del Crati fino ad arrivare in Puglia, Basilicata e Sicilia. Nel corso dei secoli la fama del cenobio dilagò dappertutto ed ebbero ospitalità fra le sue mura regnanti, santi, principi, dotti, giuristi, artisti e vescovi. L'abbazia conservò importanza fino al XVI° secolo. Il monastero originario subì ripetuti danni per frane e
terremoti. Nel 1410 si aprì l'epoca degli abati commendatari e il
secolo dopo la Sambucina ospitò Carlo V. Alla metà del '500 ebbe
inizio la decadenza definitiva; nel 1569 una grave frana danneggiò
parte del monastero e della chiesa e nel 1625 furono completati i
lavori di ricostruzione. Nel 1780, con lo scioglimento dell'ordine
monastico, l'abbazia fu chiusa e nel 1803 gli ultimi resti furono
incamerati dallo Stato.

FIUMEFREDDO BRUZIO (CS)
Tel:
Giorni di apertura:
Orari:
L’Abbazia di Santa Maria di Fonte
Laurato è conosciuta dalle popolazioni locali col nome di Badia di
Fonte Laurato, o anche di Santa Maria Assunta, poiché viene qui
celebrata la festa del Ferragosto. Nei pressi di detta abbazia troviamo i
ruderi della Chiesa del Convento di Santa Domenica, sorta agli inizi
del cristianesimo, poi abbandonata e successivamente crollata. Dopo
questo evento fu edificata nei pressi un’altra costruzione.
All’Abate cistercense Gioacchino da Fiore viene infatti donata dai
coniugi Mammistra, nel settembre del 1201, l’attuale Badia. Nel
1202 tale donazione fu confermata da Riccardo vescovo di Tropea
annettendo le Chiesa di Santa Domenica, San Pietro e Santa Barbara;
nel 1204 le donazioni furono ancora più solennemente confermate da
Papa Innocenzo III. Nel 1216 lo stesso Imperatore, Federico II di
Svevia, riceve il Monastero sotto la sua protezione e nel 1267
Clemente IV amplia le donazioni aggiungendovi la Chiesa di
Sant’Angelo Militino in Rossano, la Grangia di Paola, tenute
situate in Sila, le vigne di Cosenza e Amantea ed altro ancora.
Durante il periodo napoleonico i monaci e l’abate furono uccisi, il
tutto saccheggiato e nello stesso periodo fu soppresso il Monastero.
n sommità alla facciata è presente un rosone in pietra. Il portale
d’ingresso, che sorge sotto un portico il cui accesso è permesso
da quattro arcate a tutto sesto, è a sesto acuto ai lati del quale
si hanno due affreschi rappresentanti Santi Pietro e Paolo. La planimetria della chiesa presenta
un’unica navata che si conclude con un’abside. Un arco separa la
navata dal coro in corrispondenza del quale si trova un campanile.
Nel chiostro adiacente si possono notare strutture murarie di età
diversa: archi a tutto sesto e a sesto acuto. Sull’altare maggiore
è esposta una tavola rappresentante la Vergine risalente al periodo
bizantino mentre dietro l’altare si trova un Crocifisso dipinto su
croce di legno. Ben conservata è la sedia dell’Abate Gioacchino.
Ben tenuta appare la dimora dell’abate.
Via Monastero n.2
SAN GIOVANNI IN FIORE (CS)
Tel: +39 09
Email:
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari: 8.00-12.30 / 15.00-19.00
L'Abbazia Florense è fra i più grandi
edifici religiosi della Calabria e, per cronologia, il primo edificio ed
insediamento di San Giovanni in Fiore, realizzato intorno al 1230.
Nel corso del tempo ha subito numerose modifiche, spesso seguendo le tendenze architettoniche dei vari
periodi, ma perdendo in questo modo l'originaria struttura
architettonica. La prima impronta architettonica che si nota
dell'Abbazia Florense, è certamente di fattura Romanica. L'impianto
del complesso badiale, è di forma quadrata, con al centro un grande
chiostro ad archi ogivali. La pianta del monastero è invece a croce
latina, con l'abside di forma rettangolare orientato verso oriente.
Fra gli ultimi stili architettonici della quale abbiamo
testimonianza, prima dell'ultimo restauro del 1989, vi è lo stile
Barocco. L'ingresso dell'Abbazia è mutato nella sua quasi millenaria
vita. Dell'ingresso originale rimane solo il portone mentre è andato
perduto il nartece e la facciata è stata più volte mutata
d'aspetto. La facciata dell'abbazia si presenta oggi molto semplice e
snella, con la cuspide che forma una capanna; non ci sono decorazioni
imponenti, tranne il portone. Lavorato è, invece, il foro sopra il
portone che presenta un anello interno ed uno esterno più sporgente
in pietra lavorata. Il portale è stato realizzato in pietra calcarea
finemente lavorata e costituisce l'unico tratto distintivo adornato
di tutta la facciata. L'abside è forse l'elemento di maggiore pregio di tutta
l'abbazia. Si rifà all'architettura tardo romanica del periodo e
presenta una finestra circolare esalobata, al centro di un triangolo
ai cui vertici vi sono tre piccole finestre circolari quadrilobate. Secondo alcuni studiosi, il
disegno dell'abside si rifà ad alcune chiese francesi di stile
romanico. La navata centrale dà
subito l'impressione dell'imponenza dell'abbazia. Dalla soglia del
portale si scendono alcuni gradini rilevando che la soglia del
pavimento si trova sotto di 90 cm. Il pavimento, restaurato negli
anni '80 con molta probabilità non era come lo si trova oggi allo
stato attuale. Le pareti si presentano spoglie, quasi
stanche, rimaneggiate in molte parti a causa del continuo
rinnovamento e cambiamento di stili che l'abbazia ha avuto nei
secoli. In alto sono presenti 4 monofore per lato. Queste sono state
riaperte dopo che vennero chiuse e sostituite dalle finestre barocche
più grandi, a forma di rettangolo con gli angoli smussati. Ai lati delle pareti
vi sono 4 porte. Tre di queste sono murate e un tempo collegavano la
navata centrale a locali non più esistenti.
Solo una porta è ancora oggi “attiva”, la prima porta a sinistra
dopo l'ingresso, che collega la navata centrale alla navatella
laterale. In fondo alla navata centrale si staglia imperioso l'altare
in stile barocco, e ben è visibile l'abside in fondo, con le
caratteristiche finestre circolari. Sopra l'altare in prossimità
dell'abside è possibile scorgere dalla navata centrale i matronei.
La navatella laterale è stata rimaneggiata e modificata più volte nel corso dei
secoli. Dopo
l'ultimo restauro, è stata riaperta al pubblico ed oggi ospita la
mostra permanente delle tavole del “Liber Figurarum”. Questa esposizione permanente raccoglie le litografie
delle Tavole del Liber Figurarum, opera figurativa di Gioacchino da
Fiore, considerata «la più bella ed importante raccolta di teologia
figurale e simbolica del Medio Evo». Le tavole figurative, oggetto
ancora oggi di studi da parte di enti, fondazioni ed università, e
che per il loro simbolismo sono considerate gioielli d'arte di
inestimabile valore, queste riproducono, attraverso l'arte del
disegno, tutto il pensiero gioachimita, pensiero studiato in tutto il
mondo dalle più importanti università. La sala esposizioni, è
gestita dal Centro Studi Gioachimiti.
Piazza Duomo
REGGIO CALABRIA
Tel: +39 0965 28 685
Sito internet: www.cattedralereggiocalabria.it
Email: basilica@cattedralereggiocalabria.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari: 7.00-12.15 / 15.30-19.00 (orario invernale); 7.00-12.15 / 16.00-20.00 (orario estivo)
La monumentale facciata (con colonne, rilievi, bifore e un rosone a dodici raggi) dell'edificio religioso più importante della città è il frutto di una interpretazione del Romanico e del Gotico nel Novecento su progetto di Padre Carmelo Angiolini. La larga scalinata intervallata dalle statue di San Paolo e Santo Stefano immette in un interno a tre navate con vetrate gotiche. Risaltano il pulpito marmoreo di Francesco Jerace, le statue nelle nicchie, il dipinto "Sacrificio di Melchisedeck" di Domenico Marolì del 1665. La cappella barocca del Santissimo Sacramento (dichiarata Monumento Nazionale dal presidente Saragat), con marmi policromi ed intarsi, è l'unico reperto della vecchia cattedrale distrutta nel terremoto del 1908 giunto fino a noi, nonché un raro esempio di barocco in Calabria.
Piazza Duomo
CATANZARO
Tel: +39 0961 72 43 14
Sito internet: www.duomocatanzaro.it
Email: duomo@duomocatanzaro.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari: 8.30-13.00; 16.00-19.30
La cattedrale di Catanzaro, sorta
nell’XI° secolo ed inaugurata da Papa Callisto II, ha subito
innumerevoli vicissitudini che ne hanno trasformato l’aspetto
esteriore e radicalmente quello interno. I danni dei bombardamenti
della II guerra mondiale arrecarono gravi danni all’intera
struttura edilizia, per cui fu necessario ricostruirla completamente.
Il nuovo impianto architettonico presenta tre porte sulla facciata
principale e tre su quella laterale prospiciente piazza Duomo. La
pianta dell’edificio così come appare dalla documentazione
cartografica sette-ottocentesca (posteriore ai terremoti che
colpirono la città tra il ‘600 e la fine del ‘700) nonché la
ripresa di essa nell’attuale ricostruzione dopo il bombardamento
anglo-americano del 27 agosto 1943, permette di visualizzare lo
schema tipico della basilica a sviluppo longitudinale, divisa in tre
navate da robusti pilastri quadrangolari, con un vasto transetto non
sporgente rispetto alle pareti esterne delle navate laterali,un coro
triabsidato con abside centrale più grande, tre accessi sulla
facciata principale ed uno su ciascuna facciata laterale, nonché una
robusta torre campanaria quadrangolare addossata alla facciata.
L’adozione dei pilastri per le navate, mantenuti sempre ad ogni
ricostruzione, nonché lo schema del transetto e del coro presentano
analogie con le cattedrali di Umbriatico e di Otranto. Da una notizia
riportata dal D’Amato (1670) si apprende che all’esterno della
navata sinistra (al lato destro al di fuori della Chiesa dalla parte
settentrionale) fu costruito un ampio cimitero (camera sotterranea),
cui il Papa Callisto II concesse particolari indulgenze per chi vi
fosse seppellito. Successivamente nel 1309, ai tempi del vescovo
frà Venuto da Nicastro, il conte Pietro Ruffo fece edificare la Cappella di San Vitaliano, probabilmente in stile gotico,addossata
alla facciata laterale sinistra, vicino all’ingresso detto “porta
dell’olmo” e,nel tempo (1588), di fronte ad essa, si edificò la Cappella del SS.Sacramento, dando così all’edificio una sorta di
schema planimetrico a croce latina. A queste due cappelle furono poi
addossati due corpi di fabbrica, definiti entrambi “sacrestia” in
un disegno anonimo successivo al terremoto del 1783. Nell’altare
della Cappella di San Vitaliano furono deposte in tre nicchie le
reliquie di San Vitaliano, Patrono della città, di San Fortunato e
di Sant’Ireneo, già patroni, tradizionalmente, della città
bizantina.
CATTEDRALE DI MARIA SS. DI ROMANIA - DUOMO
Largo Duomo
TROPEA (VV)
Tel: +39 0963 61 034 / +39 349 78 76 408
Email: curia@diocesimileto.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
La cattedrale di Maria Santissima di
Romania venne edificata intorno al XII° secolo ad opera dei
Normanni. Oggi è concattedrale della diocesi di
Mileto-Nicotera-Tropea. A sviluppo longitudinale, a tre navate in
stile normanno, la struttura venne interamente costruita in conci di
tufo giallino e pietra lavica. Durante il Seicento, l'edificio fu
trasformato in stile barocco e allungato di 12 metri. Subì molti
danni a causa dei molteplici terremoti ed ebbe numerosi restauri.
L'interno ospita l'icona della SS. Patrona della città, la Vergine
di Romania, opera di un allievo di Giotto databile attorno al 1230 e
di provenienza orientale. Particolare attenzione merita il maestoso
Crocifisso Nero, proveniente probabilmente dalla Francia e databile
non prima del 1600.
Piazza Duomo n.1
COSENZA
Tel: +39 0984 77 864
Sito internet: www.cattedraledicosenza.it
Email: info@cattedraledicosenza.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari: 8-12, 15.30-19 (orario invernale); 8-12, 16.30-20 (orario estivo)
L'attuale cattedrale sorge nello stesso
luogo di una chiesa più antica, costruita nell'XI° secolo e quasi
completamente rasa al suolo da un terremoto nel 1184. La costruzione
del nuovo edificio iniziò qualche anno più tardi e terminò nel
1222. La ricostruzione del duomo venne affidata al vescovo Luca
Campano, appassionato di architettura, che nel frattempo era
diventato anche arcivescovo della città bruzia. In quello stesso
anno, il giorno 30 gennaio, la chiesa venne solennemente consacrata
dal cardinale vescovo di Frascati Nicola de Chiaromonte, in qualità
di delegato apostolico. La cerimonia avvenne alla presenza
dell'imperatore Federico II di Svevia che per l'occasione volle far
dono alla città della preziosissima Stauroteca. Il 1748 segnò
l'inizio di nuovi lavori di trasformazione che portarono la
cattedrale ad essere ricoperta da sovrastrutture barocche che, oltre
a nasconderne le originarie forme, provocarono la scomparsa di
innumerevoli opere d'arte. Nel 1756, invece, venne costruita la nuova
sacrestia. A completare l'opera di trasformazione intervenne nella
prima metà del XIX° secolo il rifacimento della facciata
trasformata in un ibrido stile neogotico. I lavori di restauro
intrapresi già nel XIX° secolo e finalmente portati a termine nel
XX° secolo dall'arcivescovo Aniello Calcara, furono finalizzati a
ripristinare, sia all'esterno che all'interno dell'edificio, gli
austeri connotati romanico-gotici che negli ultimi tre secoli la
cattedrale sembrava irrimediabilmente aver perduto. La cattedrale è
a croce latina, con aula suddivisa in tre navate di otto campate
ciascuna suddivise da due file di pilastri con capitelli scolpiti. La
copertura a capriate delle tre navate trova un'unica eccezione
nell'ultima campata della navata sinistra caratterizzata da volta a
crociera. L'area presbiteriale, i transetti e l'abside sono
sopraelevati rispetto al livello delle navate. Lungo la navata di
sinistra, si aprono due cappelle barocche, risalenti al XVII°-XVIII°
secolo. La prima è dedicata alla Madonna del Pilerio, e custodisce
la miracolosa icona bizantina del XII° secolo del tipo
Galaktotrophousa "allattante" e raffigurante appunto la
Madonna che allatta il Bambino. La seconda, invece, è quella della Cappella della Confraternita di Orazione e Morte ed ospita la
sepoltura dei membri calabresi della cosiddetta Spedizione dei
fratelli Bandiera del 1844, qui traslati nel 1860 per volontà di
Giuseppe Garibaldi, mentre i due fratelli Attilio ed Emilio Bandiera
e il loro concittadino Domenico Moro, tutti e tre veneziani, sono
sepolti nella loro città di origine, all'interno della chiesa dei
Santi Giovanni e Paolo. Nella cattedrale di Cosenza si trovano anche
due importanti mausolei: quello di Enrico VII di Germania e quello
della Regina di Francia Isabella d'Aragona. Il mausoleo di Enrico VII
è composto da un sarcofago situato nella navata di destra, opera di
riutilizzo di epoca ellenistica, che illustra in bassorilievo il mito
della morte del giovane Meleagro. Il sepolcro di Isabella d'Aragona,
invece, è in stile gotico ed è situato nel transetto di sinistra.
In un trittico a tutto tondo scomparso per secoli sotto la veste
barocca, la regina è rappresentata, come il consorte, ginuflessa a
lato della Vergine. Dopo la traslazione nella Basilica parigina di
Saint-Denis, tuttora nel mausoleo pare sia conservato il solo feto.
Durante i restauri del XIX° secolo, vennero rimosse le sepolture di
Luigi III d'Angiò, morto nel 1434, e quella del filosofo e
naturalista cosentino Bernardino Telesio, morto nel 1588.La profonda
abside ospita il moderno altare maggiore marmoreo in stile
neoromanico ed un pregevole Crocifisso ligneo del XV° secolo,
proveniente dalla distrutta cappella Telesio. Al disotto del catino
absidale, entro nicchie ogivali sorrette da colonnine, si trovano
degli affreschi policromi, realizzati nel XIX° secolo da Domenico
Morelli e Paolo Veltri raffiguranti l'Assunta e, ai due lati, i
Dodici apostoli.
CHIESA DEGLI OTTIMATI
Via Castello
REGGIO CALABRIA
Tel: +39 0965 28 768
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
La chiesa degli Ottimati (conosciuta
anche come chiesa di Santa Maria Annunziata) è un'antica chiesa
bizantino-normanna che si trova a Reggio Calabria, nei pressi di
Piazza Castello.
Edificata intorno al X° secolo, prese
il nome dall'antica cripta degli Ottimati che fu realizzata come
struttura d'appoggio per la chiesa d'epoca normanna del XII° secolo
dedicata a San Gregorio Magno. La chiesa originaria aveva una pianta
quadrangolare, tre absidi orientate nascoste esternamente da un muro
rettilineo; le tre navate erano coperte da cinque cupolette secondo
un modello bizantino applicato nella regione in edifici tutti
databili tra la fine del X° secolo e l'XI° secolo, tra cui la
Cattolica di Stilo, San Marco di Rossano e San Giorgio di Pietra
Cappa presso San Luca. In età normanna, probabilmente all'epoca
di Ruggero II, al di sopra della chiesa ne venne realizzata una
seconda intitolata a San Gregorio Magno, sostituendo la copertura a
cupolette con volte a crociera. Durante l'incursione saracena del 3
settembre 1594 la Chiesa degli Ottimati venne danneggiata e
incendiata. Dopo essere stata profondamente danneggiata dai terremoti
del 1783 e del 1908 la chiesa fu ricostruita nella prima metà del
Novecento. Nel 1916 fu quindi smontata e spostata per le nuove
esigenze della ricostruzione della città a seguito del terremoto del
1908. La ricostruzione dell'attuale chiesa si è conclusa nel 1933
sotto la supervisione della scuola del Beato Angelico di Milano, sul
progetto dell'architetto Pompilio Seno del 1927, che adottò il
preesistente impianto di tipo bizantino della Cappella degli
Ottimati. Anche il nuovo tempio di stile arabo-normanno è a tre
navate. Le volte sono a crociera, sorrette al centro da colonne.
Alcune tessere dello splendido pavimento a mosaico e le colonne
mancanti sono stati integrati con l'inserimento di pezzi molto simili
provenienti dalla basilica normanna di Santa Maria di Terreti, andata
completamente distrutta. Nel vano sottostante la navata centrale, nel
1977 è stata realizzata una cappella per volontà di Padre Guido
Reghellin, che non è aperta al pubblico.
Traversa Campanile
PEDACE (CS)
Tel: +39 0984 43 77 62
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
La Chiesa SS. Apostoli Pietro e Paolo,
edificata nel XVI° secolo, è formata da tre ampie navate, sulla cui
sommità è collocata una croce latina. La sua facciata è
caratterizzata dalla presenza di un rosone centrale che sormonta il
portale d'ingresso, e due piccoli rosoni in stile seicentesco. Con la
sua base pari a 40 x 20 metri è la più grande rispetto alle chiese
dei dintorni. Posta nello spiazzo chiamato "Le Pezze", nel
1500 aveva di fronte l'ospizio di San Nicolò e a sinistra la Chiesa
della Confraternita di Santa Maria della Pace. Sull'ultimo arco, a
destra di chi entra, conserva ancora una decorazione in pietra del
1580, data in cui venne fatta una ristrutturazione e un ampliamento.
Il 7 settembre 1539, il re Carlo V, per ricambiare alcuni doni
ricevuti dagli abitanti dei casali, elevò 24 chiese calabresi a
cattedrali, tra le quali la chiesa di Pedace. Con il terremoto del
1638 venne aggiunta una nuova cappella con il titolo di S. Maria
della Misericordia o dei Suffragi. Al suo interno è presente la
Cappella del Sacramento in stile barocco, il presbitero in legno di
noce intarsiato del 1806, l'altare maggiore in legno in stile barocco
napoletano. Diversi dipinti presenti della chiesa: "La pesca
miracolosa" e "La Trinità" e il cielo dipinto del
1771 sono attributi al pittore Cristoforo Santanna. Sull'arco
dell'abside si eleva la cupola, intessuta con vimini e dipinta da un
certo Bevacqua di Spezzano della Sila al culmine della quale è
rappresentata la colomba dello Spirito Santo che incombe sul
presbiterio. Il pulpito in legno di noce e castagno del 1700 e opera
di alcuni artigiani locali è attaccato alla penultima colonna di
destra. Nella sagrestia invece sono presenti stipi in noce intarsiata
del 1848 ad opera di Giuseppe Leonetti di Serra Pedace.
Corso Garibaldi
ROSSANO CALABRO (CS)
Tel: +39 0983 52 52 63 / +39 340 47 59 406
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
Questa chiesetta, molto simile alla Cattolica di Stilo, viene generalmente datata tra X° e XI° secolo d.C. Dedicata in origine a S.Anastasia, era probabilmente l'edificio di culto di un complesso monastico femminile. La pianta dell'edificio, tipicamente orientale, è a croce greca iscritta. Il quadrato, concluso ad est tra tre absidi semicircolari, è coronato da cinque cupolette con tamburo cilindrico. In ognuna delle piccole absidi si trova una bifora retta da piccole colonne sormontate da capitelli a stampella. L'interno della chiesa presenta a sostegno della cupola non colonne, come nella Cattolica, ma pilastri. L'edificio è preceduto, sul fronte occidentale, da un vano aggiunto posteriormente. All'interno della chiesa assumono
grande rilievo artistico due affreschi bizantini, di cui uno
raffigurante una Madonna con Bambino, superstiti tra quelli che un
tempo decoravano per intero le pareti. Da segnalare inoltre una
acquasantiera in pietra del XII° secolo, un coevo capitello e una
campana del XVI° secolo.
Via Duomo n.7
ROGLIANO (CS)
Tel: +39 0984 24 819
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
Questa chiesa, situata nel rione Spani e realizzata in stile barocco, è il
Duomo della città. Le prime notizie risalgono al 1577 anche se pare sia stata costruita molto prima, come testimonierebbe l’incisione sulla campana principale, ospitata nel campanile dalla caratteristica cupola arabescante risalente al 1900, che riporta la data del 1333. Fu distrutta dal disastroso terremoto del 27 Marzo 1638. Conserva pregevoli stucchi, arredi lignei
finemente lavorati e tele del pittore Enrico Salfi. In una cappella
di questa chiesa, decorata con particolari ricoperti in oro, è
custodita la statua dell’Immacolata Concezione, Patrona di
Rogliano. Il portale in tufo è datato 1717. La navata centrale è scandita da
colonne che si ergono su un alto zoccolo in marmo grigio azzurro e
terminano con capitello composito. Interessante è il pulpito
riccamente decorato, poggiato su una delle colonne nella navata
centrale sul lato destro. Alla sommità di ogni arcata vi sono
pregevoli lavorazioni e un medaglione dipinto che riporta le scene
della via Crucis. In alto decorato da putti, anfore e ghirlande di
fiori intrecciate è il cornicione. Su di esso si succedono sul lato
sinistro gli affreschi dei Santi martiri, e sul lato destro gli
affreschi delle Sante vergini, intervallate da finestre a tutto
sesto. Volgendo lo sguardo in alto si rimane estasiati dalle
splendide decorazioni del soffitto. L’altare maggiore, ornato dalle
abili mani dei maestri Alfonso e Antonio Pallone, è di grande
effetto. I lati del presbiterio sono abbelliti
da due grandi tele incorniciate da rilievi in stucco raffiguranti “La
pesca miracolosa” sul lato sinistro e “Il miracolo di San Pietro”
sulla parete destra.
CHIESA DI SANTA BARBARA
Via Santa Barbara
ROVITO (CS)
Tel: +39 0984 46 36 30
Sito internet: www.parrocchiasantabarbara.info
Email: info@parrocchiasantabarbara.info
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
Chiesa in stile romanico-gotico con
sovrapposizioni barocche apportate dopo il restauro effettuato nel
1630. La facciata è a doppio spiovente con portale e rosoni gotici e
ricorda la cattedrale di Cosenza. L’interno è trinavato con 4
colonne che reggono 5 arcate su una delle quali è incisa una data:
1556; il soffitto è ligneo. Qua e là frammenti architettonici di
pietra ('500-'700). Il fonte battesimale, cinquecentesco, in pietra
lavorata, poggia su un leone accovacciato. Degni di nota sono i
lavori lignei, opera di maestranze roglianesi del '600; le cose
migliori sono visibili nella cappella degli Arnone eretta nel 1630.
Ai lati dell’arco santo, monumenti sepolcrali in tufo della
famiglia Arnone; sulla destra, tela di ignoto raffigurante San
Tommaso d’Aquino datata 1737. Nell’abside, pala d’altare di
legno scolpito all’interno della quale sono racchiuse delle tele
raffiguranti il Martirio di Santa Barbara e santi e due statue lignee
del XVII° secolo raffiguranti Santa Barbara e Santa Caterina
d’Alessandria; ai lati due dipinti su cui sono effigiati i SS.
Pietro e Paolo entrambi del '700. La chiesa della Riforma presenta un
portale in pietra del 1634; tale data ricorda il tempo in cui la
struttura, inizialmente dedicata a San Pietro, venne affidata ai
Riformati di San Francesco d’Assisi. L’interno, barocco, è
caratterizzato da un soffitto ligneo seicentesco dipinto con al
centro l’iscrizione: "A. Reda pinse nel 1746". La
cantoria reca, al centro, un dipinto raffigurante re Davide con una
suonatrice d’arpa. A partire dalla destra, abbiamo: dipinto datato
1735 raffigurante Sant’Antonio che prega; sullo sfondo la chiesa
della Riforma, in basso uno stemma (mano con pugnale sopra tre
strisce chiare su fondo scuro). Segue un olio su tela di Cristoforo
Santanna del 1792 raffigurante San Michele Arcangelo; più avanti,
statue lignee ottocentesche dei SS. Francesco d’Assisi e Antonio da
Padova. Sull’altare maggiore in legno, opera di maestranze
provinciali del '700, statua dell’Ecce Homo e i dipinti
raffiguranti San Pietro, San Paolo e, in alto Santa Chiara e altro
santo, tutte opere di ignoti di fine '700. Inoltre, statua
dell’Immacolata dell800, statua lignea di Santa Filomena dell'800,
pulpito ligneo del '700 con raffigurazioni dell’Immacolata e
stemmi. Altri dipinti sono dedicati al Beato Umile di Bisignano
('800), a San Pasquale di Baylon (1735), all’Immacolata ('700).
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA CONSOLAZIONE - DUOMO
Via G. Paladino
ALTOMONTE (CS)
Tel: +39 0981 94 80 41
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
E' uno degli esempi più interessanti
di architettura angioina della regione. Fu costruita nel 1336 circa,
per volere di Filippo Sangineto, primo conte di Altomonte, su un
precedente edificio normanno dedicato a Santa Maria de' Franchis.
Ulteriori ampliamenti furono realizzati nei primi decenni del XV° secolo dai Sanseverino, subentrati ai Sangineto nel possesso della
contea. Nel 1443 passò ai Domenicani, che vi fondarono un monastero.
La nuova costruzione, a croce latina con navata unica conclusa da due
cappelle laterali, ampiamente rimaneggiate in epoca barocca, e abside
rettilinea, rispecchia lo schema delle costruzioni angioine
napoletane. Presenta un ampio transetto coperto da volte a crociera
su cui si giustappone, in uno dei più singolari accostamenti tra i
due modi di copertura, la "navata a tetto". La facciata,
affiancata da una massiccia torre campanaria, mostra alcuni elementi
di chiara derivazione francese, come il rosone e la presenza nel
portale di un architrave rettilineo e di un motivo vegetale che corre
nella strombatura dell'arco che lo inquadra. L'interno custodisce il
monumento funerario della famiglia Sangineto, la tomba pavimentale di
Cobella Ruffo e il sepolcro di ignoto cavaliere, proprio all'ingresso
della chiesa. Ulteriori opere di pregevole fattura sono, sulla parete
sinistra, un affresco che raffigura una santa, che doveva far parte,
con ogni probabilità, di un ciclo più vasto, impropriamente detto
della Madonna della Consolazione, e, addossato alle pareti del
presbiterio, un coro in legno a 37 stalli. Attiguo alla chiesa è
l'ex-convento dei Padri Domenicani, oggi sede del Museo Civico di Altomonte.
CHIESA DI SOTTERRA
Piazza Madonna del Carmine - Loc. Gaudimare
PAOLA (CS)
CHIESA DI SOTTERRA
Piazza Madonna del Carmine - Loc. Gaudimare
PAOLA (CS)
Tel: +39 0982 61 32 42
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari: su prenotazione
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Via Roma
COTRONEI (KR)
Tel: +39 0962 44 110
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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CHIESA MATRICE
Via Messina
CROPANI (CZ)
Tel: +39 0961 72 13 33
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
A Cropani si trova il monumentale
edificio rinascimentale della Chiesa Matrice o dell’Assunta che è
un vero gioiello architettonico del XV° secolo, costruito con grandi
blocchi di granito tufaceo; l’interno, ad una navata, in buona
parte ricostruito nel Settecento, conserva importanti opere d’arte,
tra cui un bellissimo soffitto ligneo con una grande tela centrale,
l’Assunta, di Cristofaro Santanna a cui si deve, anche, una
suggestiva “Cacciata dei Venditori dal Tempio”. Ma l’opera di
maggiore interesse è la “Dormitio Virginis”, Tavola
Quattrocentesca collocata sull’altare maggiore.
Via Duomo
GERACE (RC)
Tel: +39 0964 35 68 28
Sito internet: www.cattedralegerace.it
Email: info@cattedralegerace.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
I lavori di costruzione dell'edificio
ebbero inizio in tardo periodo bizantino e terminarono in epoca
normanna, come appare dal transetto sporgente e dalla disposizione
delle absidi, rispecchiante modi bizantini. Tradizionalmente la
chiesa fu consacrata al culto nel 1045 (data riportata su due targhe
affisse all'interno della chiesa). Dall'esterno, in stile romanico,
l'edificio religioso appare come una fortificazione a causa
dell'imponente parete in pietra calcarea dalla quale sporgono due
delle tre absidi di forma semicilindrica. Sull'abside centrale si
apre un portale ligneo del XIX° secolo ad archi concentrici,
sormontato da una finestra. Quella sinistra, di diametro inferiore,
presenta invece una lunga feritoia. Sovrastano le absidi due finestre
circolari a strombo. Il grande campanile neoclassico è a sezione
quadrata, incompiuto. L'interno della chiesa si presenta come un
grande ambiente basilicale, con ampio transetto sporgente, e con
innesto corrispondente alla navata centrale, un coro quasi quadrato
che completa la figura della croce latina. Le tre grandi navate, che
costituiscono il braccio più lungo della croce, sono separate da due
file di dieci colonne, scanalate o lisce, in marmo policromo e
granito, tutte diverse tra loro per qualità e dimensioni. Le due
file di colonne sono separate in gruppi da cinque da un grande
pilastro di irrigidimento, che originariamente delimitava la
posizione delle balaustre di chiusura della schola cantorum. Le
colonne provengono dalle ville prediali della marina (Locri,
scomparsa, era denominata Pagliopoli, Antica Città), mentre i
capitelli sono in parte antichi e in parte rifatti. Sopra le possenti
arcate a tutto sesto, le tonalità scure del soffitto a capriate in
legno spiccano per contrasto rispetto alle pareti bianche. L'altare
maggiore, in stile barocco, è stato realizzato con marmi policromi
dai fratelli catanesi Palazzotto e dall'artista messinese Amato.
All'interno della cattedrale si trovano anche alcuni monumenti
funerari, fra i quali il sarcofago del conte Giovanni Battista
Caracciolo e la cappella gotica del SS. Sacramento del 1431, e
numerosi arredi sacri, in parte custoditi nella suggestiva cripta
bizantina, cui si accede dal braccio sinistro del transetto (o
direttamente dalla Piazza Tribona). Merita anche un'attenzione
particolare il rilievo raffigurante l'Incredulità di san Tommaso,
opera dei Gagini, risalente al 1547. L'influenza bizantina è
evidente sia nella zona del transetto, sporgente rispetto alle navate
laterali. Il capocroce è coperto da una cupola a prisma. Delle tre
absidi, colo il corpo nord è originario, le altre due sono
ricostruzioni del secolo XV°, operate dai conti Caracciolo, dopo un
rovinoso terremoto. La chiesa (Cattedrale dal 1100) è il prototipo
delle chiese normanne di Sicilia. All'interno della Cattedrale, molto
probabilmente sul pilastro tra l'altare maggiore e quello laterale a
nord, si trovava la raffigurazione in mosaico di Cristo, affiancato
da Ruggero II, a sinistra, e dal vescovo della città Leonzio (morto
nel 1143 ca.), a destra. Tale opera fu distrutta agli inizi del
XVIII° secolo per volontà dell'allora vescovo Diez, ma risaliva
alla prima metà del XII° secolo. La cripta si presenta con pianta a
croce greca e absidiole ricavate nello spessore del muro affiancante
l'abside centrale. Ventisei colonne, anch'esse provenienti da ville
di età imperiale (o forse da un tempio in situ), sorreggono la volta
del nucleo più antico della cattedrale, scavato nella roccia
nell'VIII° secolo (quando Gerace era Santa Ciriaca). La cripta
ospita la cappella della Madonna dell'Itria, piccolo ambiente
ricavato nel 1261 da una chiesa rupestre, con volta a botte e
decorazioni in marmo e pavimentata con maioliche geracesi del XVII°
secolo; l'altare con la trecentesca statua, opera dell'artista senese
Tino da Camaino della Vergine col Bambino che gioca con una colonna e
la cappella di San Giuseppe che ospita il museo diocesano del tesoro
della cattedrale.
SAN BASILE (CS)
Tel: +39 09
Email: info@cattedralegerace.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
Il Monastero basiliano di Santa Maria
Odigitria è la continuazione dell'antico monastero di San Basilio
Craterete, fondato tra la fine del X° secolo e l'inizio dell'XI°
secolo. Sorge in una panoramica posizione alle pendici di monti
boscosi tra il maestoso massiccio del Pollino a nord e la sottostante
piana di Sibari ad est. La Chiesa di Santa Maria Odigitria conserva
gelosamente, di fronte all'altare maggiore, un affresco che
rappresenta il busto di una madonna vestita di azzurro sotto il manto
rosso e con la testa coronata e da cui scende fin sulle spalle un
velo verde chiaro campeggiante su una grande aureola giallo oro. È
un pezzo dell'intero affresco, salvato nel XIII° secolo, ed unico
resto dell'antico cenobio di San Basilio che esisteva già da almeno
tre secoli. L'iconostasi, alta transenna che separa il Vima o
Santuario dalla navata, viene chiamata così perché è decorata di
sacre icone. È la caratteristica delle chiese di rito bizantino ed
ebbe origine in seguito alla restituzione del culto delle sacre
immagini (anno 843).
MONASTERO DI SAN GIOVANNI THERISTIS
Via Principe Umberto n.15
BIVONGI (RC)
Tel: +39 391 41 03 613 / +39 334 80 02 030
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari: 9.30-18.00
San Giovanni Theristis o Theriste,
unità monastica meglio nota come San Giovanni Vecchio, appare tardi
nella storiografia figurativa sul Medioevo meridionale. La sua prima
descrizione è a cura di Edouard Jordan, partecipe con Charles Diehl
degli interessi culturali francesi verso il mondo di Bisanzio, e
risale al 1889. Elementi strutturali e decorativi suggeriscono un
primo immediato riferimento alle chiese siciliane, tanto da farla
definire poi dal Bertaux come “una costruzione siciliana in
Calabria”. Questo monastero, situato nel territorio di Bivongi,
piccola cittadina in provincia di Reggio Calabria, deve il suo nome
al monaco conosciuto come San Giovanni Theristus (“mietitore”),
fuggito dalla Sicilia in seguito alle persecuzioni islamiche del
X°-XI° secolo, che visse ed operò nella vallata dello Stilaro nel
XI° secolo, dove, la sua fama di “miracolante”, portò le
popolazioni della zona ad acclamarlo come santo. Il monastero sorse
nel luogo del suo aghiasma (fonte sacra), divenuto meta di
pellegrinaggio. Fu fondato, nella seconda metà dell'XI° secolo, da
Gerasimos Atulinos e si sviluppò nel periodo normanno come uno dei
più importanti monasteri basiliani nel Meridione d'Italia e mantenne
il suo splendore e la sua ricchezza fino al XV° secolo. I suoi
monaci erano molto dotti e possedeva una vasta biblioteca e ricchi
tesori. Questo luogo di culto costituisce una chiara testimonianza
architettonica di transizione dall'epoca bizantina a quella latina,
presentando, frammisti tra loro, elementi architettonici bizantini e
normanni. La
componente orientale in San Giovanni Theristis va cercata non solo
nella struttura torreggiante e nella diacromia-policromia del tessuto
strutturale-decorativo esterno, ma anche nella navata allungata e
articolazione verticalistica del presbiterio, così in sé chiuso e
non visibile dall'aula, così chiaramente centrico nei suoi valori di
misteriosità e di sacralità spaziale. Elementi dell'architettura
normanna si rilevano, invece, all'interno nei quattro pilastri
angolari chiusi da quattro archi che sorreggono la cupola; quello
della navata e quello del presbiterio sono a sesto acuto secondo la
tradizione gotica. La cupola poggia su una base cubica contornata da
un doppio ordine di conci a dente di sega e diventa, all'altezza
della quattro finestrelle, ottagonale, a causa di quattro nicchiette
che smussano gli angoli del cubo. Sul prisma ottagonale s'innesta il
cilindro della cupola coperto da una calotta ribassata. E' dotato
di una lunga e stretta navata preceduta da un atrio quadrangolare.
Per la sua forma architettonica il monastero ricorda molto la gemella
basilica di Santa Maria della Roccella, situata a Borgia, nella
provincia catanzarese. Il cenobio ortodosso conobbe una lunga fase di
declino terminata nel XVI° secolo, quando l'Ordine Basiliano lo
rilevò facendone il convento più importante della Calabria. Nel
secolo successivo venne abbandonato per le continue scorrerie dei
briganti, i monaci si trasferirono nel vicino monastero di Stilo,
traslando le reliquie di San Giovanni Theristis, e dei santi asceti
Nicola e Ambrogio. All'inizio del XIX° secolo, in seguito alle
leggi napoleoniche, la basilica divenne proprietà del comune di
Bivongi e dal 1994 i monaci greco-ortodossi del monte Athos,
appartenenti alla Diocesi Romena Ortodossa d'Italia, vivono
stabilmente nel nuovo monastero.
MONASTERO ORTODOSSO DEI SANTI ELIA E FILARETO
Ponte Vecchio
SEMINARA (RC)
Tel: +39 0966 31 73 61 / +39 340 42 02 531
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari: su appuntamento
Il bíos originale greco di sant’Elia
riporta il luogo di fondazione del monastero nell’antica Vallis
Salinarium (Valle delle Saline), l’attuale Piana di Gioia Tauro,
due chilometri a nord-est di Seminara (RC). Secondo il medesimo bios,
una visione avuta in Antiochia di Siria, ad indicare a sant’Elia
dove edificare «l’ascetica palestra». Il monastero inizialmente
concepito come asceterio, fece accorrere presto i primi discepoli
discepoli, fra i quali il monaco Saba, e divenne meta di
pellegrinaggio da parte di numerosa folla. L’imperatore romano,
Leone VI il Sapiente, donò alla fondazione beni e rendite cospicue.
Gli storici datano nell’anno 884 la costruzione del cenobio. Nel
periodo normanno il Monastero continuò ad essere un importante luogo
di culto, meta di innumerevoli pellegrini desiderosi di venerare le
miracolose reliquie dei santi protettori del cenobio. Fu centro
culturale, possedette una delle biblioteca più ricche di altri
monasteri del territorio nella quale furono conservati importanti
testi liturgici ed opere di letteratura profana, tra i quali un
volume contenente parte delle opere di Omero ed Aristofane, e un
manoscritto con l’Ecuba di Euripide. Il monastero imperiale di S.
Elia fu assegnato da Roberto il Guiscardo nel 1062 all’abbazia
benedettina di S. Maria, nella valle di Nicastro, nel luogo detto di
San’Eufemia. Dieci anni più tardi (1072), divenne luogo di culto
per san Filareto e successivamente intitolato anche al nuovo santo:
infatti, compare come monastero di Sant’Elia il Nuovo e San
Filareto sia nel diploma di Ruggero II (febbraio 1133), sia nell’atto
datato 3 ottobre 1329 in cui Neofito è identificato come egùmeno
dello stesso monastero di Seminara. Altri documenti comprovano la sua
esistenza dal XII° al XV° secolo. Nel XVII° secolo decadde sempre
più dall’antico splendore. Il terremoto dell’11 gennaio 1693
distrusse gran parte del convento e i monaci furono costretti a
trasferirsi in un edificio “fuori le mura” della città di
Seminara. I religiosi, dopo aver trascorso venti anni in un ospizio
per la cura degli infermi, si trasferirono nel 1711 in un nuovo
edificio fatto costruire all’interno della città. Un nuovo
terremoto, quello del 1783, che sconvolse tante parti della Calabria
meridionale, non risparmiò Seminara. Il governo di Ferdinando IV di
Borbone soppresse i piccoli monasteri e i loro beni furono assegnati
alla neo-costituita Cassa Sacra con il fine di mettere in vendita e
poi utilizzarne il ricavato per sopperire alle ingenti spese di
ricostruzione delle aree colpite dal sisma. Fu l’atto di morte
ufficiale di un monastero che era esistito per nove secoli. Il
monastero fu ricostruito nella prima metà del duemila, grazie
all’interessamento del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e ad
un finanziamento concesso dalla Provincia di Reggio Calabria. Il 30
ottobre 2005, il cenobio fondato undici secoli prima da Sant’Elia
di Enna riapriva, nel luogo anticamente chiamato “fuori le mura”
e con la benedizione di S.E. Gennadios, Metropolita Ortodosso
d’Italia e Malta.
Piazza Beato Angelo n.5
ACRI (CS)
Tel: +39 0984 95 33 68
Sito internet: www.beatoangelo.it
Email: cappucciniacri@libero.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
La posa della prima pietra avvenne l'11
maggio 1893 su progetto dell'architetto Guido Quercioli da Roma, con
solenne celebrazione eucaristica. L'inaugurazione avvenne il 17
luglio del 1898. La navata unica, esclusa l'area presbiteriale, è
lunga m. 42, larga m. 15, alta m. 23. A 40 m. dai grandiosi campanili
si slancia superba verso il cielo la cupola, alta m. 35. La volta a
botte è riccamente decorata con miracoli del Beato; gli affreschi
sono del napoletano Vincenzo Montefusco e del calabrese Emilio Juso.
Gli altari, costruiti a Napoli, sono in marmi policromi; quello
maggiore in marmi policromi e pietre dure. Il tabernacolo è
pregevolissimo per la finezza del disegno e la particolare cura
dell'esecuzione. Le tredici tele degli altari sono copie di
capolavori, eseguiti a Napoli, da valenti maestri del pennello. Il
presbiterio ha un elegante pavimento in marmo rosso; l'aula lo ha in
granito, che offre effetto di un grande tappeto, percorso da una
simbolica croce. Dopo l'altare maggiore, la cappella del Beato è il
centro di più forte richiamo spirituale per i fedeli. L'urna bronzea
del Sabatini accoglie la ricomposizione delle ossa del Beato Angelo,
eseguita dall'antropologo Ettore Brandizzi. Nel mosaico della
cappella, che imita quello paleo-cri stiano ravennate, sono
sintetizzati, simbolicamente, ad opera dell'artista padre Ugolino da
Belluno, gli ideali del santo cappuccino; sulla vetrata a croce, che
sovrasta il mosaico, sono rappresentati episodi essenziali della sua
vita. Dello stesso artista sono gli stemmi pontifici della facciata
del Santuario. L'organo monumentale, dalle tremila canne e due
tastiere, è opera della ditta Rufatti di Padova. Le quattro statue
della facciata sono di Ernesto Biondi. Sotto la cupola si erge il
monumentale altare adeguato alle nuove norme conciliari.
SANTUARIO MADONNA DEL CASTELLO
CASTROVILLARI (CS)
Tel: +39 0981 26 294
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
La tradizione narra che nel 1090 il
conte Ruggero, fratello di Roberto il Guiscardo, volendo tenere a
freno i tentativi di ribellione degli abitanti castrovillaresi, già
insorti nel 1073 con Guglielmo Arenga, decise di erigere un castello
sulla sommità del colle dell’antica città. I muri costruiti di
giorno crollavano misteriosamente nel corso della notte, per cui
Ruggero decise di far scavare più in profondità tutto il terreno
circostante. Durante i lavori, si rinvenne un pezzo di muro sul quale
era affrescata l’immagine della Vergine con il Bambino, che reca
ancora i segni del piccone che la scalfì. Si gridò al miracolo e
Ruggero fu costretto ad accontentare il desiderio del popolo di
costruire sul luogo una chiesa nota, appunto, come Madonna del
Castello. Questo racconto fu inciso su una lapide marmorea
settecentesca posta in cornu epistolae dell’altare dove si trova la
sacra immagine. La fonte scritta che la ricorda per la prima volta è
un contratto notarile dell’anno 1287. Al periodo normanno risale la
cripta con il loggiato soprastante, sorretta da imponenti
contrafforti costruiti con blocchi in pietra squadrata. Nel loggiato
si apre l’ingresso principale, ornato da un arco di portale
romanico, un tempo collocati sul lato opposto della chiesa. I lavori
di riattamento, conclusi nel 1769 per opera del parroco Vito
Chiaromonte, portarono, infatti, all’inversione dell’orientamento
dell’edificio. Sulla facciata dell’attuale entrata del Santuario
si apre un bel portale a sesto acuto, in pietra, di chiaro stile
gotico, derivante dagli influssi dell’arte cistercense diffusasi in
Val di Crati tra il XIII° ed il XIV° secolo. Sopra di esso si
conserva una preziosa formella marmorea del XIV° secolo, che
riproduce la Madonna col Bambino al centro e, in alto, il Padre
Eterno, attribuita allo scultore senese Tino di Camaino. Ai lavori di
abbellimento della chiesa, avvenuti nel XIV° secolo, risalgono i
frammenti di affreschi parietali raffiguranti il Cristo Redentore
benedicente con la mano destra e con la sinistra poggiante su un
libro recante l’iscrizione Ego sum Lux mundi, e un santo Apostolo,
ben visibili sul muro che fiancheggia la piccola scala che conduce
alla cantoria. Il campanile, dalla possente base romanica, si innalza
sull’antica torre del castello, crollata probabilmente dopo il
devastante terremoto del 1693, in seguito al quale la chiesa fu
ridotta a croce latina e ricoperta dalla coltre in stile barocco, che
oggi mostra, con la volta al posto del soffitto ligneo, con i grandi
e imponenti pilastri, con le cappelle e i pregevoli stucchi. All’interno, nella navata centrale,
sistemato nella vasta abside quadrata, è il bellissimo coro ligneo
tardo-rinascimentale, assegnabile alla bottega del moranese Giovan
Pietro Cerchiaro e altri manufatti artistici di grande valore dei
secoli XVII° e XVIII°. Le navate laterali hanno termine in due
grandi cappelle decorate da balaustre di botteghe napoletane del
XVIII° secolo. Vi si trovano splendidi marmi policromi intarsiati e
significative opere d’arte tra cui due tavole cinquecentesche di
Pietro Negroni, e le tele del pittore mormannese Genesio Galtieri,
attivo nella seconda metà del ‘700. Di notevole importanza
storico-artistica e religiosa è il veneratissimo affresco
raffigurante la sacra immagine della Madonna del Castello con il
Bambino, risalente al XIII° secolo.
SANTUARIO MADONNA DELLA QUERCIA
Piazza Visora
CONFLENTI (CZ)
Tel: +39 0968 64 420 / +39 0968 64 125
Sito internet: www.santuarioconflenti.it
Email: gruppostampa@santuarioconflenti.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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SANTUARIO DELLA MADONNA DI COSTANTINOPOLI
PAPASIDERO (CS)
SANTUARIO DELLA MADONNA DI COSTANTINOPOLI
PAPASIDERO (CS)
Tel: +39 0
Email:
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
Il Santuario della Madonna di
Costantinopoli risale al XVII° secolo ed è ubicato sulla riva
destra del fiume Lao, nei pressi di Papasidero, in uno scenario
naturale di particolare suggestione e bellezza. Ha pianta a T con tre
navate e tre campate scandite da archi a tutto sesto poggianti su
pilastri quadrati. Tre finestroni tribolati per parte si susseguono
sui due lati più lunghi; a destra dell’edificio svetta un tozzo
campanile a base quadrata e cuspide a piramide, dietro il quale
resistono schegge di un antico affresco di modeste dimensioni. La
chiesa si raggiunge attraversando un ponte fatto costruire da Nicola
Dario nel 1904 sopra la campata ancora visibile di quello medievale
anticamente denominato della Rognosa. Nell’interno si conserva un
affresco di circa mt. 2×3 sulla parete rocciosa di fronte all’altare
che Biagio Cappelli, in un saggio del 1936, assegnò erroneamente al
XIV° secolo, mentre oggi si può senz’altro affermare, a seguito
dei restauri operati dopo il terremoto del 1981, che va datato alla
seconda metà del XVII° secolo. Oltre al dipinto, e alle statue in
gesso della Madonna e di S. Emidio, si può osservare di fronte
all’altare, addossato alla parete posteriore della navata
principale, un soppalco in legno che sostiene un organo antico che
mostra con evidenza l’usura del tempo intorno a cui si radunava il
coro in occasione della celebrazione delle messe solenni.
SANTUARIO "MADONNA DELLA SCALA" MARIA SS. DELLA PIETA'
BELVEDERE SPINELLO (KR)
Tel: +39 0962 52 073
Sito internet: www.santuariomadonnadellascala.it
Email:
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
Il santuario della Madonna della Scala
è l'elemento caratterizzante di Belvedere di Spinello. Ritenuto come
luogo di pace e tranquillità, erge nella parte finale del paese con
uno scenario intatto ed immerso nella natura incontaminata che ospita
al centro del parco una quercia di circa 400 anni con un tronco di 4
metri e un'altezza pari a 20 metri. La Chiesa, parte predominante di
tutto il paesaggio, ha la forma a croce latina e con la facciata
principale rivolta in direzione ovest, presenta un'unica navata con
rientranze laterali a formare una T, in stile normanno-basiliano e
risale al 1000-1200, accanto alla chiesa sono ben visibili le nicchie
rupestri a sepolture tipo “grotta”. Con gli anni, la struttura è
divenuta più maestosa vista la realizzazione di un anfiteatro, di
bagni pubblici, viali di collegamento, finanziati da un'associazione
non a scopo di lucro fatta dai numerosi fedeli. Grazie ai fondi è
stato possibile creare un parco che si affaccia sul mar Ionio, in cui
sono presenti ulivi, pini, gelsi, querce secolari, e varie specie di
fiori. Sempre nell'area del santuario, troviamo un Romitorio ovvero
un insediamento rupestre e religioso, probabilmente del X° secolo,
che è limitrofo ad una cappella, testimonianza della diffusione del
monachesimo italo-greco.

Località Pettoruto
SAN SOSTI (CS)
Tel: +39 0981 61 082
Sito internet: www.madonnadelpettoruto.it
Email: santuariopettoruto@gmail.com
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
Il Santuario della Madonna del
Pettoruto sorge tra i monti del Pollino e fu edificato per accogliere
l'effigie mariana realizzata dallo scultore Nicola Mairo di Altomonte
nel 1449. La storia popolare narra dell'uomo che, ingiustamente
accusato di omicidio, tentò la fuga nascondendosi tra le rocce del
Pettoruto dove scolpì la statua della Madonna col Bambino.
Riconosciuta più tardi la sua innocenza, ritornò a casa
abbandonando tra i rovi, forse per dimenticanza, la scultura che fu
poi ritrovata dal pastore sordomuto Giuseppe Labazia di Scalea.
Quest'ultimo ebbe una visione miracolosa, durante la quale gli
apparve la Madonna che gli chiese di far erigere, ad opera dei
pellegrini di San Sosti, una chiesa. Si racconta che originariamente
in quel luogo esisteva una cappella, risalente al 1200, che venne
ampliata; purtroppo in merito alle succesive modifiche apportate alla
struttura le fonti non riportano notizie specifiche. Attualmente la
chiesa presenta una singolare facciata in stile neoromanico,
realizzata nel 1929, suddivisa in due ordini con campanile cuspidato.
Nel primo ordine sono visibili cinque portali stretti da colonne e
paraste sormontate da capitelli in stile ionico sovrastati, nel
secondo, da un loggione incorniciato da due rosoni a raggiera
profilati da colonne e lesene con capitelli corinzi; la struttura è
coronata da un timpano spezzato che inquadra un medaglione con
l'immagine della Madonna col Bambino. L'interno è suddiviso in tre
navate coperte da volta a botte e deambulatorio nella zona
presbiteriale. È priva di cappelle laterali ad eccezione della
cappella del SS. Sacramento, a cui si accede attraversando la navata
sinistra, ricca di mosaici e impreziosita da un tabernacolo bronzeo.
La volta è decorata da tre riquadri mistilinei affrescati
raffiguranti l'Immacolata Concezione e nei lati San Michele, in
prossimità dell'altare maggiore, e i Santi Lucia e Pasquale, con i
relativi attributi iconografici, in fondo alla navata. Poche e
semplici le decorazioni a mosaico che campeggiano lungo le pareti
delle navate e nella zona presbiteriale. Una vetrata istoriata
raffigurante i dodici Privilegi della Madonna irradia la cantoria. Al
centro della navata spicca l'altare che custodisce, in una sontuosa
edicola marmorea, la miracolosa statua della Madonna del Pettoruto.
La singolarità della collocazione è dovuta a diversi motivi, a cui
si associa anche la posizione della statua che è rivolta verso la
navata laterale e non ai fedeli. L'opera è stata scolpita in un
blocco tufaceo ed è rivestita d'argento cesellato e sbalzato. È
impreziosita da diversi oggetti simbolici tra cui il rametto di
melograno per la Vergine e il globo per il Bambino. Entrambe le
figure recano sul capo il velo azzurro con stelle in filo d'oro e
corone d'argento con rubini. La scultura è un tipico esempio di arte
popolare, riconoscibile soprattutto dalla semplicità
dell'esecuzione, a cui si è aggiunto nei secoli un grande valore
devozionale. Il Santuario fu elevato a Basilica Minore nel 1979.
SANTUARIO DI SAN FRANCESCO
Largo San Francesco di Paola
PAOLA (CS)
Tel: +39 0982 58 25 18
Sito internet: www.santuariopaola.it
Email: info@santuariopaola.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari: 6.30-19 (orario estivo); 6.30-18 (orario invernale)
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SANTUARIO MADONNA DI PORTOSALVO
Piazza Francesco Ruffa
PARGHELIA (VV)
Tel: +39 0963 60 03 16
Sito internet:
Email: donflorio8@gmail.com
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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SANTUARIO MARIA SS. DELLA SALUTE
SAN GREGORIO D'IPPONA (VV)
Tel: +39 0963 26 16 41
Sito internet:
Email:
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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SANTUARIO NOSTRA SIGNORA DI PRESTARONA
Contrada Prestarona
CANOLO (RC)
Tel: +39 0964 35 61 89
Sito internet:
Email:
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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SANTUARIO SAN DOMENICO DI GUZMAN
Via San Domenico n.2
SORIANO CALABRO (VV)
Tel: +39 0963 35 10 22
Sito internet: www.santuariosandomenico.it
Email: info@santuariosandomenico.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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SANTUARIO SAN FRANCESCO DI PAOLA
PATERNO CALABRO (CS)
Tel: +39 0984 47 60 32
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
La chiesa appare sontuosa ed ampia, il suo stile barocco attuale non è quello del tempo di San Francesco; allora era gotica, più bassa e con capriata a travi di castagno. Dopo il sisma del 1638 fu ricostruita come la si vede oggi. L'altare maggiore, una volta in muratura, rivestito, nel 1904, da marmi policromi per interessamento del P. Michele Tramontano, è oggi in marmo di Carrara ricoperto dagli stessi marmi policromi precedenti. Alle sue spalle si trova il coro ligneo per la preghiera comunitaria dei frati del convento. Sopra il coro domina la tela del Santanna (1785) raffigurante l'Annunciazione. San Francesco volle sacra all'Annunziata questa chiesa. La tela presenta il duplice mistero dell'Incarnazione e della Trinità. La cappella del Santo è il cuore del Santuario dove sono poche reliquie sotto il mezzo busto ligneo del Santo, ritratto in atteggiamento di mistico penitente. Nella nicchia sopra l'altare v'è la statua intera del Santo che volge il suo sguardo ai fedeli ed ai pellegrini. Il chiostro si presenta semplice, austero, ampio e luminoso ed al suo centro vi era il pozzo ora coperto da una vasca con pesci. Attraversando il passetto per recarsi nel giardino dei frati, si può ammirare il refettorio dove il Santo prendeva il parco e quaresimale cibo con i religiosi. Tramezzato da due file di colonne corinzie e con soffitta in tavole arabescate, conserva nella parete di fondo l'affresco dai colori molto vivi raffigurante l'Ultima Cena, di autore ignoto. Nella parte inferiore del giardino dei frati è situata la Grotta della Penitenza, ove il Santo discendeva sia di giorno che di notte per pregare. La parte superiore comprende l'Oratorio, all'origine rustica capanna edificata dal Santo per la preghiera comune con i suoi compagni eremiti e più tardi sua cella personale.
SANTUARIO SANT'UMILE
Via del Santuario
BISIGNANO (CS)
Tel: +39 0984 95 115
Sito internet: www.santumile.com
Email: amicidisantumile@libero.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
Il Santuario di Sant'Umile, detto anche della Riforma, dedicato alle stimmate di San Francesco d'Assisi, sorge su una collina, posta "a guardia" del territorio del comune di Bisignano, in provincia di Cosenza. La sua fondazione avvenne tra il 1221 ed il 1264 ad opera del beato Pietro Cathin, inviato da San Francesco d'Assisi per diffondere in Calabria il carisma francescano. Passato nel 1380 ai Minori Conventuali, nel 1445 papa Eugenio IV, con bolla, lo affidò ai Minori Osservanti, successivamente nel 1599 vi subentrarono i Minori Riformati. Gravemente danneggiato dal terremoto del 1887, nella ricostruzione è stata alterata la fisionomia originaria. Oggi rimane un portale del XV° secolo con ornamento di colonnine e costolone ad arco acuto. Il chiostro rifatto ha un'ala del '300. L'interno del Santuario è a due navate, sopra l'altare maggiore vi è un crocifisso ligneo seicentesco scolpito a tutto tondo e dipinto al naturale, attribuito a frate Umile da Petraia. Sul primo altare di destra vi è un dipinto ad olio su tela di un artista di scuola giordanesca della fine del '600 che rappresenta il Martirio di San Daniele. Rilevante un candelabro ligneo intagliato e decorato, con motivi ornamentali baroccheggianti, alto due metri, opera ottocentesca di fra Giustino da Bisignano. Sul secondo altare sinistro è posta la statua in marmo bianco della Mdonna della Grazia, con scannello marmoreo a bassorilievo, raffigurante il Transito della Vergine, opera scolpita nel 1537 e di scuola gaginesca. Nel Santuario è , inoltre, conservato il corpo del Santo e si può visitare il museo conventuale "Sant'Umile".
SANTUARIO SANTA LIBERATA
SANTO STEFANO DI ROGLIANO (CS)
Tel: +39 349 28 14 077
Sito internet:
Email: santa.liberata@libero.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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SANTUARIO SANTA MARIA DELLA STELLA
PAZZANO (RC)
Tel: +39 347 89 35 107
Sito internet:
Email: enzochiodo@libero.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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SANTUARIO SANTA MARIA DELLE GRAZIE
ROCCELLA JONICA (RC)
Tel: +39 0964 84 294
Sito internet:
Email:
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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SANTUARIO SANTA MARIA DI MONSERRATO
Piazza Monserrato n.11
VALLELONGA (VV)
Tel: +39 0963 76 137
Sito internet:
Email:
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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SANTUARIO SANTA MARIA ASSUNTA IN CIELO
Piazza Duomo n.1
NICOTERA (VV)
Tel: +39 338 29 70 588
Sito internet:
Email:
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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Via Santa Maria
MENDICINO (CS)
Tel: +39 0984 63 06 79
Sito internet: www.parrocchiamendicino.it
Email: parrocchiamendicino@libero.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
Questo Santuario sorge sul colle alto di Mendicino e nasce dall'opera dell'eremita fra Raffaele Filippelli, nato a Mendicino nel 1862, che grazie all'aiuto di don Salvatore Castriota e degli artigiani del paese, iniziò, nei primi del '900, la sua costruzione, terminata il 15 agosto del 1917. Nel 1932 fra Raffaele, nella grande struttura attigua al convento, avviò l'opera "Figli dei Campi" e qui furono accolti vecchi abbandonati, poveri preti senza casa e, successivamente, bimbi orfani e bisognosi. Nel 1944 fra Raffaele morì e fu sepolto, secondo le sue volontà, nel Santuario, ai piedi del simulacro della Vergine. L'interno del Santuario è ad un'unica navata ma è dotata del transetto che forma con la navata, a zona absidale, una croce latina. La facciata è realizzata con pietra di Mendicino. Le vetrate dell'abside rappresentano Santa Maria Assunta, San Francesco di Paola e Gioacchino da Fiore; quelle del transetto alcuni Santi e Beati calabresi, mentre quelle della navata alcune scene della vita di Maria ed alcuni misteri mariani. La statua della Madonna in pietra è posta al centro del catino absidale. La statua processionale della Vergine Assunta è stata incoronata con aurea corona, realizzata da Vincenzo Leonetti, nel 2003 con l'oro proveniente da donazione dei fedeli. Nel 2006 è stata riaperta ai fedeli la grotta dove pregava fra Raffaele.
SANTUARIO DI SANTA MARIA DELL'ISOLA
Via Lungomare
TROPEA (VV)
Tel: +39 09
Sito internet:
Email:
Giorni di apertura:
Orari:
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SANTUARIO SANTA MARIA DELLA CATTOLICA
Via della Cattolica
MILETO (VV)
Tel: +39 340 88 83 890
Sito internet:
Email:
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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CERCHIARA DI CALABRIA (CS)
Tel: +39 0981 99 10 02
Sito internet: www.santuariomadonnadellearmi.it
Email:
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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Località Santa Spina
PETILIA POLICASTRO (KR)
Tel: +39 0962 43 10 90
Sito internet: www.santaspina.it
Email: info@santaspina.it
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orari:
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